Quando un birrificio è artigianale?
la polemica: Ab.Inbev e Birra del Borgo
L’annoso problema della definizione “artigianale” è antico come la rivoluzione industriale, ma di recente con l’acquisizione del marchio Birra Del Borgo (Rieti) da parte della multinazione Ab.InBev nel 2016 è scoppiata una scia di polemiche che hanno permesso di focalizzare l’attenzione sulla definizione. Secondo Slow Food, come specifica nel prestigioso Il Piacere della Birra (una sorta di manuale che, dalla loro presentazione, si prefigge di essere “un viaggio tra le principali culture birrarie, senza trascurare la scena italiana”) la qualità del birrificio di Rieti non ci ha rimesso minimamente, restando cioè un birrificio di virtù artigianale. Cosa che ha appunto innescato tutta la serie di polemiche che abbiamo visto negli ultimi tempi. Tanto che alcuni birrai artigianali chiedono addirittura di essere esclusi dalla prossima guida alle Birre d’Italia, pubblicata sempre da Slow Food.
Cosa dice la legge?
La legge ci viene finalmente in aiuto, dicevamo, nella definizione: la Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitivita’ dei settori agricolo e agroalimentare, nonche’ sanzioni in materia di pesca illegale (16G00169) del 28 luglio 2016, n. 154 viene infatti completata e pubblicata in GU Serie Generale n.186 del 10-08-2016 con quanto segue:
Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprieta’ immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantita’ di birra prodotte per conto di terzi.
Vedi comma 4-bis. dell’art.35 capo V della Gazzetta Ufficiale qui.
Di fatto dunque il Birrificio Del Borgo non può più definirsi come un birrificio artigianale, a prescindere dal livello.
Alcuni dei migliori birrifici italiani
I cambiamenti degli assetti del mercato italiano sono monitorati dai piccoli birrifici nostrani, ovviamente, che da 150 che erano nel 2007 sono oggi più di 1.100. Un sacco dunque e, tutti, da scoprire. Gli utenti più golosi hanno oggi la fortuna di poter approfittare delle offerte temporanee di Iperdrink e così esplorare in queste splendide selezioni stagionali:
- l’intenso stile del piemontese Gilac, attraverso i suoi affascinanti lavori tra bassa ed alta fermentazione: https://www.iperdrink.it/shop/gilac/degustazione-di-birra-artigianale-gilac/
- la profumatissima alta fermentazione del trentino Birrificio del Bosco: https://www.iperdrink.it/shop/birra-del-bosco/degustazione-birrificio-del-bosco/
- l’imperdibile offerta del Birrificio della Granda, di Cuneo, in una soluzione di ben 12 bottiglie di pregiatissime scelte per un’escursione sensoriale: https://www.iperdrink.it/shop/birrificio-della-granda/degustazione-birrificio-della-granda/
- l’elegante esperienza che propone il raffinato Hibu, il birrificio lombardo famoso anche per l’autoproduzione di molte delle sue materie prime, con più di 40 ettari di terreno tra Basilicata e Brianza, in un’offerta davvero completa: https://www.iperdrink.it/shop/hibu/pacchetto-birrificio-hibu/
Per saperne di più su cosa significa bassa fermentazione qui, alta fermentazione qui, fermentazione spontanea qui.
La reazione di un birrificio italiano
Ad ogni modo non tutti i microbirrifici italiani reagiscono male alla storia Del Borgo, alcuni pensano più in grande. Dal web magazine di GamberoRosso (più precisamente qui) si legge un notevole approfondimento dedicato ad uno dei più interessanti birrifici italiani in crescita, Birrifico Artigianale Veneziano, che ci permette di notare un esempio di reazione. Il birrificio di Martellago (Venezia) che nell’ultimo anno ha incrementato la produzione, arrivando a 1,5 mila ettolitri, con l’obiettivo di 2 mila condivide la sua testimonianza. Dall’articolo:
L’opinione di Rudy Liotto sul caso Del Borgo: “Credo sia stato un affare per entrambi: Ab InBev si è assicurato un marchio italiano importante, Leonardo si è assicurato la possibilità di fare grandi numeri, presidiare l’estero e fare ricerca. Senza contare che ci troviamo in un mercato non troppo stabile: se crollasse cosa succederebbe? Ecco lui si è messo al sicuro e ha messo al sicuro i suoi dipendenti. Non so se avrei preso la stessa decisione, ma capisco che a un certo punto ci si possa stancare di vivere nell’incertezza, stare dietro alla burocrazia, alle banche. Ha scelto la via della stabilità. D’altronde i grandi numeri non impediscono di fare alta qualità, penso ad esempio a Sierra Nevada: enorme realtà, ma di livello”.
Cosa ci riserverà il futuro? Certo è che, se tutti i microbirrifici cresceranno mantenendo la qualità di Sierra Nevada, personalmente credo che il futuro sarà bellissimo :)